In questi giorni quello che spesso accade è provare un sovraccarico emotivo e cognitivo a causa di questo evento straordinario, fuori dall’ordinario, che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di vivere e che sta condizionando tanto sia nella mobilità che nello stile di vita.
In alcuni momenti, come possono essere la mattina o la sera, si possono provare sentimenti di immobilità e terrore che aumentano la sensazione di blocco, di fermo, di silenzio; un silenzio assordante, soprattutto per chi abita nelle zone maggiormente colpite.
Il blocco, a tratti, si può trasformare in fatica ad alzarsi dal letto e svolgere le attività per noi più quotidiane: tutti noi possiamo avere giorni simili. Se però sentite che questa fatica è eccessiva, chiedete aiuto senza alcuna vergogna.
In questo momento destabilizzante potrebbe essere utile iniziare a usare diversamente le parole; in questi giorni ho sentito più volte le persone dire: sono depresso, ansioso, ipocondriaco. Certo molte emozioni che si hanno rimandano ad aspetti legati a questi disturbi però attenzione a non etichettarsi: siamo sempre le stesse persone di prima, certo magari in alcuni di noi la fatica, l’angoscia, la tristezza, i sentimenti depressivi sono emersi con maggior prepotenza, scoprendo fragilità a noi nascoste.
Provate a riconoscere le risorse di cui disponete: siete le stesse persone di 2/3 settimane fa. È cambiato il contesto che blocca e isola; ma siete le stesse persone; le condizioni esterne modificate possono aver certo fatto emergere delle fragilità e aver reso le risorse un po’ più ammaccate.
Provate a capire la differenza tra noia/apatia/depressione: è difficile arrivare a una distinzione in questo momento. La depressione ha una durata significativa nel tempo, ci si ritira e si elimina la parte sociale e di amor proprio; la noia è un sentimento al quale non si è abituati e può portare ad avere un effetto devastante: fa sentire apatici e porta a confrontarsi con le proprie paure.
Questa situazione può anche essere una situazione per riflettere e magari far accorgere che si possono avere delle fragilità che già in passato, in alcuni momenti, si era sentito il desiderio di affrontare.
È importante provare a tollerare questi sentimenti negativi, legittimi e fisiologici in questa situazione surreale. Stiamo tutti lottando per sopravvivere perché abbiamo paura: si è attivato lo spirito di sopravvivenza.
Diverse persone mi hanno detto che non riescono più a concentrarsi, magari nello studio o nella lettura, sebbene prima fossero studenti perfetti o amassero leggere libri: è importante essere clementi con sé stessi: non è pensabile avere le stesse prestazioni di prima perché c’è un elemento di disturbo, un rumore che blocca che in questo periodo è un rumore silenzioso.
Un’altra tematica importante è la solitudine: però attenzione a ricordare, soprattutto per chi abita da solo, che si è in casa da soli, non si è in una condizione di solitudine, non è un ritiro volontario.
Le parole hanno un peso, usarle bene aiuta anche a percepirsi diversamente e a far sentire diversamente; certo essere lontani dai nostri cari ci fa stare male ma non siamo soli ripeto, siamo in una condizione di solitudine simile a quella di molti altri.
Un altro consiglio potrebbe essere quello di provare a non focalizzarsi solo sulla rinuncia e sull’angoscia connessa a tutto ciò che si sta perdendo che certo è legittima e in parte di vive, ma provare a focalizzarsi sulle cose positive che si possono fare, sfruttando al meglio questi giorni a volte ricchi di noia.
Cercate anche di investire questo tempo positivamente su quello che vi fa stare bene, qualsiasi cosa sia: meditare, cucinare, la videochiamata con i genitori o con gli amici, la lettura, fare dei corsi online (se spulciate su Internet trovate diversi siti che hanno messo a disposizione dei corsi gratuiti.)
Un altro consiglio è quello di fare delle attività: agire aiuta a deconcentrare molto dall’aspetto emotivo perché bisogna concentrarsi, appunto, sull’attività. Provate anche a impostare il più possibile una routine per ridurre la sensazione di imprevedibilità.
Utile potrebbe essere fare delle attività serali che siano rilassanti: evitare quindi di vedere notiziari che parlano della situazione che si sta affrontando per non rischiare di addormentarsi con un senso di allerta e agitazione.
Certo poi c’è una parte di soggettività molto importante e ognuno deve provare a costruirsi addosso i vestiti che lo fanno stare meglio.
“Anche se il timore avrà sempre argomenti, tu scegli la speranza (Seneca).”
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