Sportello Psicologico Aziendale

Decidere di avviare uno sportello psicologico in azienda risulta essere tra i passi necessari al mantenimento del benessere dei dipendenti in quanto la salute psicologica influenza la produttività e i rapporti di lavoro.
L’obbiettivo di uno sportello psicologico aziendale è infatti quello di promuovere il benessere del lavoratore e favorire lo sviluppo di una cultura aziendale focalizzata sul rispetto e sulla valorizzazione del capitale umano.
Favorire il benessere delle persone in relazione al loro contesto lavorativo, alle relazioni interpersonali, ai compiti da svolgere, alle regole dell’organizzazione, ai processi di cambiamento contribuendo in tal modo alla tutela della salute e dell’integrità psicofisica dei lavoratori.

Ma quali sono i vantaggi di uno sportello psicologico aziendale per il lavoratore?

  • Creare uno spazio di ascolto: il lavoratore non resta solo con il suo disagio. 
  • Acquisire consapevolezza rispetto alle proprie fonti di stress: la conoscenza del proprio modo di agire costituisce il primo passo per il successivo cambiamento. 
  • Sviluppare consapevolezza di quali sono i meccanismi personali che si attivano nelle condizioni di criticità.
  • Acquisire degli strumenti per aumentare la propria resilienza.
  • Migliorare la propria capacità di adattamento
  • Intervenire in maniera tempestiva sulle situazioni di rischio.


E quali sono i vantaggi di uno sportello psicologico aziendale per il datore di lavoro?

  • Tutelare la salute fisica e psicosociale dei lavoratori: la prevenzione al primo posto! 
  • Ridurre i costi legati a un possibile assenteismo o alto turnover o bassa produttività: in un momento di crisi rappresenta, quindi, uno strumento di risparmio. 
  • Ridurre i tassi di incidenza degli infortuni: un lavoratore più sereno e più attento è meno esposto agli incidenti. 
  • Ridurre i tassi di incidenza degli errori: i processi sono più efficaci e più fluidi.
  • Identificare preventivamente i fattori potenzialmente stressanti per poter intervenire in maniera funzionale ed efficace.
  • Creare una preziosa risorsa per monitorare il clima presente nell’azienda.

Metodologia e strumenti utilizzati.

Si usa una metodologia di ascolto attivo al fine di aiutare la persona ad interpretare in modo corretto una situazione, a individuare i comportamenti utili per far fronte ad una certa difficoltà e  

a prendere decisioni responsabili. 
Ogni colloquio avrà una durata massima di 45 minuti. L’accesso allo spazio d’ascolto avviene attraverso una prenotazione.

I colloqui possono essere svolti online o presso la sede stessa a seconda delle preferenze dell’azienda.

Lo spazio d’ascolto non ha fini terapeutici che necessiterebbero di un setting più articolato e tempi d’intervento più estesi nel tempo.
Lo sportello ha una funzione di ascolto e una funzione propositiva in quanto aiuta a lavorare sulle risorse psicologiche di chi chiede aiuto in modo da migliorare la capacità di autovalutazione, l’autostima, l’espressione non solo dei sentimenti e delle emozioni ma anche delle problematiche e dei vissuti personali.

Lo sportello deve essere organizzato in orario lavorativo, con una frequenza da concordare e valutare insieme all’azienda.

Perché attivare uno sportello psicologico aziendale proprio ora?

Lo Smart Working ha molti aspetti positivi, ma anche altrettanti negativi che possono influire negativamente sul benessere psicofisico del lavoratore.

  1. Lo Smart Working permette di avere più tempo libero ma questo viene raramente usato per sé, il rischio è infatti che esso venga assorbito dal lavoro, al di fuori di impegni definiti.
  2. Vi è il rischio di passare davanti allo schermo o al telefono molte più ore rispetto a quelle lavorative perché viene meno un confine netto tra lavoro e casa: gli orari di lavoro si dilatano.
  3. Vengono a mancare del tutto i tempi di “decompressione” garantiti dagli spostamenti tra
    casa e lavoro, che consentivano di passare da un’attività all’altra con gradualità.
  4. Lavorare a casa rischia di portare gli altri familiari a sminuire il lavoro stesso: il lavoro a distanza, infatti, può essere visto come “di serie B” e le richieste familiari aumentano.
  5. Lavorare a casa e gestire contemporaneamente i figli o gli altri membri della famiglia e i relativi spazi può essere faticoso: chi non vive solo si trova a dover dividere gli spazi vitali con il resto della famiglia.
    Mentre in condizioni normali lo Smart Worker ha il tempo di pianificare una postazione domestica e spesso può contare su di un ambiente relativamente tranquillo, nell’emergenza del Covid molti si trovano a lavorare in case condivise con partner e figli con esigenze e complicazioni diverse a seconda dell’età.
  6. Vi è il rischio di creare una netta divisione tra coloro che lavorano in azienda e chi si trova in Smart Working: chi lavora in azienda può considerare il lavoro da casa online come una vacanza e questo può determinare tensioni tra i lavoratori.
  7. Viene meno il contatto fisico e la socialità con i colleghi, essenziali in un contesto organizzativo per il mantenimento di una cultura organizzativa sana e funzionale.
    La comunicazione risulta più difficile, ad esempio non ci sono più le chiacchierate informali alla macchinetta del caffè, e gli incontri avvengono tramite videoconferenze via Zoom o Skype, che però risultano faticose per il fatto che ci siano più persone contemporaneamente presenti nello schermo e che sia possibile vedere solo il volto, e non il resto del corpo.
  8. È necessario gestire più stimoli, mantenendo l’attenzione parziale continua tipica del multitasking, che affatica il nostro cervello senza offrire risultati significativi; in più, si perde gran parte della comunicazione non verbale: non sempre si riescono a decifrare le espressioni del viso degli interlocutori e la loro gestualità e il tentativo di farlo rende stancanti i momenti di incontro virtuale.

Come salvare lo Smart Working e il benessere psicologico dei dipendenti?

Lo Smart Working è sicuramente una grande risorsa, a patto che significhi davvero lavorare in modo «Smart», e non semplicemente lavorare da casa con le stesse logiche del lavoro in ufficio, accumulando ansia, stress, frustrazione e insoddisfazione.
Nella definizione di un nuovo paradigma di Smart Working, è fondamentale anche che l’organizzazione ascolti il lavoratore, per evitare che il suo disagio si traduca in mancanza di motivazione, di engagement e di attaccamento all’azienda.

Ecco che è quindi possibile valersi di un professionista esterno.

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